giovedì 5 maggio 2011

I miei Racconti Brevi

La mia prima volta
Chissà cosa c’è in comune questa storia con tante altre... Comunque oggi ve la voglio raccontare. Sono passati anni ma la prima volta non si scorda mai. Ero un ragazzino molto timido e preoccupato dal fatto che gli uomini mi guardavano sempre il cullo e facevano delle battute. La cosa non piaceva affatto, mi vergognavo molto e non volevo chiamare l’attenzione proprio per avere un bel cullo. Volevo essere come tutti gli altri ragazzi e fingevo interessarmi delle cose che piacevano loro tipo il pallone, la box, usavo il loro vocabolario ma in fondo quel che mi piaceva veramente erano le bambole, le sfilate, i trucchi, la cucina, il giardinaggio. Sempre che potevo scappavo a giocare con le ragazzine.
Durante le vacanze ero solito andare dalla mia nonna in fattoria dove incontravo i miei cugini e trascorrevamo tutte le vacanze estive insieme. Era un posto selvaggio, immerso nel verde del altopiano brasiliano, con una bella cascata dove andavamo a nuotare ogni pomeriggio.
C’erano i cavalli, le mucche, insomma una fattoria all’antica. A noi ragazzi piaceva salire sullo steccato e guardare gli animali che scopavano, ci dava una carica enorme, ci elettrizzava. In fattoria capita spesso di vederli, sia i porci, i cavalli, i buoi, i cani, insomma, è all’ordine del giorno.
Con il tempo i miei cugini più grandi hanno iniziato a fare delle mucchiate fra loro, io ero troppo piccolo per parteciparvi ma mi facevano guardare. Delle volte ce ne erano più di venti, nascosti da qualche parte, lontano dagli adulti a farsi i pompini e incullarsi a vicenda. A me onestamente la cosa faceva un pò schifo inizialmente ma con il passare degli anni mi feci l’abitudine e addirittura mi incuriosiva.
Una volta eravamo solo io e un cugino poco più grande di me, gli altri dovevano ancora arrivare e trascorrevamo le nostre lunghe giornate insieme e a girovagare per i campi, ad arrampicarci sugli alberi, a nuotare nel fiume, a cavalcare, a rotolarci sull’erba. Una volta mentre ci beccavamo per scherzo ho notato che lui aveva il cazzo duro e mi ha guardato un pò sconcertato, arrossendo. Rimasi con il pensiero di quel cazzo grosso, duro che mi toccava la coscia e più cercavo di scacciare il pensiero tanto mi mi si tornava prepotente. Di notte rotolavo da una parte all’altra nel letto senza riuscire a dormire mentre lo guardavo nel suo letto che dormiva profondamente.
Il giorno dopo incominciamo un gioco tanto perverso quanto infantile, ci guardavamo ogni volta che facevamo la pipì... per quanto possa sembrare puerile, era una cosa assai eccitante per l’epoca. Era l’intimità che si creava fra di noi ad eccitarci, la complicità che vinceva la vergogna, l’attesa. E così la giornata andava avanti fino a quando lui non mi chiese di toccarglielo. Eravamo in mezzo al campi, non c’era nessuno nelle vicinanze, ce l’avevamo duro entrambi e io non resistette. Lo toccai prima timidamente poi con più vigore e a quel punto lui mi baciò sulla bocca. Mi tirò a sé e mi strinse forte contro il petto. ci spogliammo in un attimo e ci sdraiammo sull erba morbida, sotto un albero e ci baciamo lungamente sentendo i l sapore della bocca dell’altro per la prima volta. Non c’era fretta, avevamo tutto il tempo del mondo e ce la spassavamo. 
Iniziamo che lui me lo prese con la mano e se lo indirizzò verso il buchetto. Lo spinsi piano piano sentendo una forte onda di calore pervadermi tutto il corpo, toccando il fondo e sentendolo fremere di piacere, continuai muovendomi avanti e indietro fino a quando lui non se ne venni e mi chiese di fermarmi.
Io non avevo mai raggiunto l’orgasmo prima e volevo tanto provarlo ma non ci ero ancora riuscito. Lui allora mi prese fra le braccia e mi accarezzava, baciava, stringeva fino a che non mi sentì pronto per quel che sarebbe la grande emozione del giorno. Mi girò rassicurandomi con tanti lunghi bacetti sulla nuca, accarezzandomi la schiena me lo infillò lentamente ma così lentamente che sembrava non finire più di entrarci. Quando arrivò in fondo, sentì il mio primo orgasmo, tempestoso, vigoroso, abbondante. Lui sentendomi venire, si lasciò andare riempiendomi anche lui a sua volta.
Restammo lì abbandonati uno sulle braccia dell’altro per varie ore a coccolarci prima di tornare dentro per cena.
A tavola, durante la cena, mio zio disse davanti a tutti, ridendo per sfotterci: Ho visto questi due che facevano come i maiali sotto la quercia...



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